Il successo dell’Italia nella iniziative di diffusione del pensiero computazionale è dovuto in larga misura alla collaborazione pragmatica e diffusa tra volontari e istituzioni. Mettendo insieme le competenze e la passione dei volontari, l’entusiasmo degli insegnanti e la legittimazione istituzionale il coding è entrato nelle scuole e sta raggiungendo i ragazzi in modo diretto e immediato. Per consolidare l’impatto di inziative come CodeWeek, Hour of Code e Programma il Futuro è fondamentale il ruolo degli insegnanti. A questo scopo stanno nascendo iniziative locali che offrono agli insegnanti la consapevolezza e la padronanza degli strumenti e dei metodi disponibili per portare in classe il pensiero computazionale. Ecco come David Mammano racconta l’esperienza in corso a Varese, chiamata Formazione all’alfabetizzazione digitale.
Partiamo da una semplice constatazione: il coding è il linguaggio del nostro tempo e chiunque abbia competenze nel campo del linguaggio del codice e della programmazione dei computer si trova al livello più alto di alfabetizzazione possibile. Viviamo in un momento storico straordinario caratterizzato da una profonda rivoluzione e questa rivoluzione si chiama digitale. Molti aspetti della nostra vita cambiano, e insieme a loro si modificano le nostre abitudini e i modi in cui ci organizziamo, lavoriamo, creiamo e apprendiamo. Questi motivi sono confermati da una cifra e da una percentuale: 825.000, ovvero i posti di lavoro nel settore dell’ICT che rischiano di restare scoperti da qui al 2020, e 90%, cioè la percentuale delle occupazioni lavorative che ormai richiedono competenze digitali di base.
Per questi motivi, partendo da Varese ci siamo posti l’obiettivo di fornire ai docenti delle scuole primarie e secondarie di primo grado gli strumenti e le competenze necessarie ad avviare programmi di alfabetizzazione digitale nelle scuole in autonomia. Gratis. Lo facciamo durante il primo workshop di alta formazione all’alfabetizzazione digitale che, come Digital Champions, stiamo organizzando a Varese il 20 novembre 2015, collaborando con alcune tra le migliori energie del territorio e con le reti scolastiche per la formazione digitale già esistenti. L’idea ci è venuta un paio di mesi prima, quando abbiamo dato vita a Coderdojo Varese, e grazie al successo che abbiamo ottenuto ai primi due coderdojo organizzati in due comuni della provincia di Varese, Albizzate e Brebbia, ai cui hanno partecipato quaranta bambine e bambini e per i quali abbiamo riscontrato un vivo interesse da parte degli stakeholder istituzionali e delle amministrazioni comunali. Sul fronte delle iniziative volontarie di coding per i più piccoli in provincia di Varese partivamo da zero e questo primo riscontro positivo ci aveva caricati fiducia ed energia. Ma eravamo consapevoli che quei numeri non bastavano: volevamo generare un impatto sulle competenze digitali dei più piccoli decisamente maggiore e più capillare. Di qui l’idea di aprire le iscrizioni a un evento di alta formazione con esperti a cui i docenti potessero partecipare su base volontaria e mediante meccanismo di candidatura: questo è un dettaglio importante perché è servito a identificare figure proattive all’interno delle scuole davvero sensibili ai temi del digitale, ma che magari non hanno le conoscenze o i tools necessari a realizzare i loro sogni e progetti digitali con i bambini. Ecco perché durante il workshop spiegheremo come utilizzare le principali piattaforme per imparare a scrivere codice ma soprattutto mostreremo che il coding può essere messo al servizio della didattica scolastica in diversi ambiti, dalla matematica alla scienza, dall’inglese all’italiano e allo storytelling. L’impostazione del workshop, tra l’altro, è perfettamente in linea con le più recenti indicazioni del Ministero dell’Istruzione contenute nel Piano Nazionale Scuola Digitale, che identificano nel docente ambasciatore digitale una figura di riferimento nella scuola che verrà e incentivano la creazione di un framework comune per sviluppare le competenze digitali di docenti e studenti. La nostra ottica è quella di proporre un metodo e un format che possono essere replicati senza troppe difficoltà in altri contesti territoriali e che agisca proprio in questo framework.
Il primo dubbio che si è sollevato è stato: ma i docenti hanno un livello di competenze sufficiente a mettere in piedi programmi di alfabetizzazione digitale nelle scuole? L’ultimo rapporto OCSE del 2013 sulle scuole italiane dice: così così. In realtà, bastano davvero minimi sforzi per attivare processi virtuosi in grado di generare percorsi di apprendimento digitale sempre più strutturati e di difficoltà crescente e progressiva, sulla base del livello che si intende raggiungere. Ed è su questo punto che vogliamo premere e lavorare. Nella realizzazione del workshop abbiamo coinvolto il Joint Research Centre della Commissione Europea di Ispra e il Polo per la formazione digitale dell’Ufficio scolastico territoriale di Varese. I primi, parteciperanno mostrando e distribuendo un toolkit (gratuito anche questo) in grado di generare attraverso il gioco una maggiore consapevolezza della Rete e della privacy online: si chiama Happy OnLife e le scuole possono richiederlo gratis. I secondi ci hanno fornito appoggio e sostegno nella diffusione dell’evento grazie alla loro rete di contatti. E ovviamente ci siamo noi, Digital Champions, che grazie alle nostre competenze daremo ai docenti e ai rappresentanti dei genitori tutto quello che serve per organizzare un coderdojo in classe o integrare Scratch nei compiti a casa di italiano o ancora fare lezione di scienze con una stampante 3D.
Funzionerà? È ancora presto per dirlo ma le premesse e i numeri sono davvero molto buoni: abbiamo raccolto 140 iscrizioni provenienti da 40 scuole diverse della provincia di Varese. Davvero un ottimo risultato, anche se il meglio deve ancora venire.
@mammanodavid